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Chi Siamo

 

 

 

Nel 2001 nasce il gruppo "Protezione Civile Comunale Rosà"

 

Nel 2006 il gruppo ottiene l'iscrizione all'albo nazionale e regionale delle organizzazioni di volontariato di protezione civile

 

2009 Terremoto Abruzzo

Il 6 aprile 2009, alle ore 3.32 del mattino, un forte terremoto di magnitudo (scala Richter) pari a 5.8 ha colpito la città di L’Aquila e i suoi dintorni. La profondità stimata del terremoto è 8 km, caratteristica dei terremoti appenninici.

Alcuni volontari del gruppo P.C. di Rosà, assieme alla colonna mobile di Vicenza, hanno partecipato all'emergenza abruzzo. 

 

2010 Alluvione Vicenza

Dopo due giorni di piogge incessanti ed ingrossato dallo scioglimento delle nevi in montagna, nella mattinata dell'1 novembre 2010 il Bacchiglione ha rotto gli argini nel territorio comunale di Caldogno, poco a nord di Vicenza, allagando completamente i centri abitati di Cresole e Rettorgole. Nella stessa mattinata il fiume è esondato a Vicenza, il 20% del capoluogo berico.

Alcuni volontari del gruppo P.C. di Rosà hanno partecipato all'emergenza alluvione vicenza.

 

2012 Terremoto Emilia Romagna

Il 20 maggio 2012, alle 04:03:52 un forte sisma della durata di venti secondi di magnitudo del momento sismico pari a 5.9, preceduto qualche ora prima (esattamente alle 01:13 e alle 01:42) da due scosse di MI 4,1 e 2,2, si è fatto sentire in tutto il Nord e parte del Centro Italia, facendo risvegliare la maggior parte delle persone, con epicentro a Finale Emilia a 6,3 km di profondità.

Alcuni volontari del gruppo P.C. di Rosà, assieme alla colonna mobile di Vicenza, hanno partecipato all'emergenza emilia. 

 

2016 Terremoto Centro Italia

Il 24 agosto 2016 alle 3.36 un terremoto di magnitudo 6.0 colpisce il Centro Italia, interessando i territori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Sono migliaia le persone coinvolte nell'evento che provoca 299 vittime, numerosi feriti e gravi danni sul territorio.

Alcuni volontari del gruppo P.C. di Rosà, assieme alla colonna mobile di Vicenza, hanno partecipato all'emergenza Centro Italia. 

 

2018 Tempesta Vaia

Alle ore 14 del 26 ottobre la protezione civile della Regione Veneto aveva deciso di emanare l'allerta rossa per parte della rete idrogeologica regionale. In particolare preoccupava la situazione nella zona di Taibon, dove un vasto incendio (il più importante registrato in Veneto negli ultimi decenni), scoppiato il 24 ottobre, aveva bruciato circa 650 ettari di foreste compromettendo la stabilità del terreno. Il 28 ottobre poi, a seguito degli aggiornamenti meteo, su quasi tutta la regione Veneto venne estesa l'allerta rossa di elevata criticità di rischio idraulico e idrogeologico.

Pioggia

Caddero al suolo in soli tre giorni (27, 28 e 29 ottobre) sulle aree montane del Veneto e del Trentino fino a 715,8 mm di pioggia registrati nella stazione di rilevamento di Soffranco (Longarone), superando i dati del 1966 e ben 870 mm a Forni di Sotto sulle Prealpi carniche in Friuli. Per diverse stazioni del bellunese, i quantitativi di pioggia caduti durante l'evento hanno costituito un record assoluto da quando l'Agenzia regionale per la protezione ambientale ha incominciato il monitoraggio pluviometrico sul territorio (ossia dal 1992). L'alluvione ha coinvolto alcuni comuni veneti, trentini e friulani ma anche lombardi, le zone più colpite sono state quelle dell'Agordino, del Cadore, del Feltrino, del Comelico, della Carnia, della Val di Fassa e Val di Fiemme. Le forti e abbondanti piogge hanno fatto straripare i fiumi Piave e Brenta mentre per evitare lo straripamento del fiume Adige è stata aperta la Galleria Adige-Garda. In ambiente montano sono esondati diversi torrenti e gli smottamenti sono stati numerosi. È tracimato anche il Lago di Alleghe.

Vento

Il vento di scirocco ha toccato il 29 ottobre (valore istantaneo riportato a 10 m dal suolo) raffiche in Veneto di 192,24 km/h registrate dalla stazione Arpa del monte Cesen e di 166,68 km/h dall'omologa stazione del monte Verena mentre in Carnia si sono toccati i 200 km/h e i 170 km/h rispettivamente nelle stazioni Osmer di Cima Rest e di Col Gallina (Polcenigo). In Trentino, sul Passo Rolle, il vento ha raggiunto i 217,3 km/h. Le fortissime raffiche, paragonabili secondo l'alpinista Reinhold Messner a venti che si registrano sul monte Everest (molto intensi anche i venti medi che hanno soffiato spesso superando i valori più alti della scala di Beaufort, tra "tempesta violenta" e "uragano"), hanno determinato la morte di numerosissimi alberi e in diversi casi l'abbattimento di intere foreste. Le zone più colpite dal vento sono state l'Altopiano dei Sette Comuni (soprattutto la Val d'Assa e la Piana di Marcesina), la Val Visdende, l'Agordino (Alleghe, Canale d'Agordo con la Valle di Gares, Colle Santa Lucia, Falcade con la Valle del Biois, Rocca Pietore e l'intera Valle di San Lucano a Taibon Agordino), l'area circostante il Lago di Carezza, le Valli di Fassa e di Fiemme (in particolare Paneveggio) e l'Altopiano di Piné oltre che varie zone della catena del Lagorai. Anche parte della Regione Lombardia (soprattutto la Valcamonica) è stata interessata dagli eventi, le zone più colpite sono state il Passo Crocedomini nel comune di Bienno e i comuni di Paspardo e Cimbergo.

In particolare proprio a causa dell'eradicazione di numerosi alberi lungo le linee elettriche ma anche a seguito del crollo di piloni, si registrarono fortissimi disagi alla distribuzione di corrente elettrica su tutto il territorio montano del Triveneto, tanto che il 30 ottobre Terna ed Enel avevano con difficoltà rialimentato 200.000 utenze fra Veneto e Friuli, ma il 31 ottobre le utenze senza energia elettrica erano ancora 10.000 in Carnia, 3.000 nel Trentino orientale (Val di Fiemme e Val di Fassa) e 8.600 nel vicentino (in particolare sull'Altopiano dei Sette Comuni).

Alcuni volontari del gruppo P.C. di Rosà, assieme alla colonna mobile della Provincia di Vicenza, hanno partecipato all'emergenza Vaia. In particolare i nostri volontari sono intervenuti nel comune di Rocca Pietore.